martedì 11 novembre 2014

Intervista ad Alessia Litta, autrice di "Vite Sospese"

Buongiorno cuoricini librosi,
oggi ho il piacere di condividere con voi la mia intervista ad Alessia Litta, autrice dell'ebook "Vite Sospese" (Giveaway)

Buona lettura!



1)     “Vite Sospese” è la tua prima opera, come hai avuto l’idea di creare questo mondo fantastico?


Sono un’amante del fantastico, in ogni sua sfumatura, e ne leggo tantissimo, anche in lingua inglese… fantasy, urban, paranormal, mitologico, mi sembra di non averne mai abbastanza. È nel sangue ormai! Era quindi piuttosto scontato che entrasse a far parte di quello che volevo scrivere.  Tuttavia, non ero interessata a trattare i soliti argomenti, come vampiri, licantropi, angeli & co. Mi piaceva invece l’idea di creare un mondo tutto mio, e che fosse coerente con l’ambientazione che volevo per quella storia. Incastrare gli elementi fantastici, come la Comunità Magica e l’Oracolo, con le atmosfere urbane e i luoghi storici di Roma era una sfida affascinante. Così, mi sono lanciata!


2)      A quale autore fantasy ti sei ispirata per realizzare il tuo libro?


Mi credi se ti dico tutti e nessuno? Non mi ispiro a qualcuno in particolare quando cerco uno spunto o lavoro su una storia, o almeno non lo faccio consapevolmente; però ho molti autori “preferiti”: Francesco Dimitri, Cecilia Randall e Luca Tarenzi per gli italiani, Jim Butcher, Patricia Briggs e tanti altri tra gli inglesi. Ma seguo autori anche per generi diversi dal fantastico, come thriller, mistery, storici, ecc.  Sono sicura, quindi, che le letture dei loro libri (ma di certo anche i film e tutto ciò che vedo e percepisco) abbiano fatto sentire la loro voce quando ho cominciato a costruire trama e personaggi di “Vite sospese”. Alla fine credo che sia un processo piuttosto naturale; è inevitabile che quello che si ama vada a finire nelle storie che si scrivono. L’importante, poi, è che questo “materiale” venga rimodellato e rinnovato secondo il proprio io.




3) In futuro pensi di scrivere anche opere di altri generi?

Certo! Anzi, ci sono già dei progetti in corso. Sto per terminare una storia ambientata in Bretagna, che, pur avendo in sé qualche elemento soprannaturale, non rientra assolutamente nel genere urban fantasy, e nel frattempo sto lavorando a un terzo romanzo: un thriller paranormal ancora in fase di “gestazione”.





4)    E’ stato difficile farti notare dalla tua C.E. come autrice emergente?

Se devo essere sincera, ancora oggi mi sorprendo di come siano andate le cose.
Quando ho deciso di spedire “Vite sospese”, ho seguito l’iter di tutti gli autori esordienti: selezione delle Case Editrici (rigorosamente NoEAP) che accettavano il genere. Dopo averne individuate  una ventina, ho mandato il romanzo. Poi mi sono rassegnata ad aspettare. Passati appena due mesi e mezzo, Triskell Edizioni mi ha risposto dichiarandosi interessata alla pubblicazione. Conoscendo la serietà di questa CE, ho firmato il contratto senza neanche aspettare gli altri responsi.
A questo proposito, vorrei ringraziare pubblicamente tutte le ragazze che lavorano per questa piccola ma serissima Casa Editrice, per aver creduto nella mia storia. Grazie!


 5)      In questi giorni è partita la campagna “Un libro è un libro” che mira ad azzerare la disparità che c’è tra l’I.V.A. di un libro cartaceo e quella di un ebook. Pensi che in un futuro, riusciremo ad apprezzare entrambi questi modi di leggere senza screditare né l’uno né l’altro?

Me lo auguro fortemente! Che la gente preferisca i cartacei è un dato di fatto, ma questo non giustifica in nessun modo la differenza dell’I.V.A. né che l’ebook debba essere screditato nei confronti dei libri. Avere una preferenza per un mezzo non significa dover fare la guerra all’altro (mi chiedo se tutti questi attacchi al digitale non siano spesso solo dettati dalla paura, assolutamente ingiustificata, di veder sparire il libro di carta). Io leggo cartacei ed ebook, e trovo piacere in entrambi, perché ognuno ha i suoi vantaggi e le sue peculiarità. Alla fine quello che veramente conta è la storia e il modo in cui è raccontata, e su questo non c’è differenza, le parole sono le stesse.


6)    Un libro che avresti voluto scrivere e perché.

Sinceramente non credo di essermi mai ritrovata a pensare “questo libro avrei voluto scriverlo io”.
Però, di fronte a certi testi (solo per citarne alcuni, e senza scomodare i grandi classici del passato) di Daniel Pennac, Terry Pratchett, Philip Pullman, o “Q” di Luther Blissett (un libro che ho amato alla follia) mi sono più volte chiesta :“Cavoli, riuscirò mai scrivere così?”


Ringrazio Alessia per disponibilità e vi ricordo che potete provare a vincere una copia del suo ebook partecipando al mio giveaway che trovate  QUI .
Avete ancora due giorni per partecipare =)

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